La sfida tra auto a motore termico ed elettrico è iniziata ormai da qualche anno. Quale sarà il destino delle diesel e benzina?
Durante il 2020 molte Case Automobilistiche, hanno scelto di aprirsi all’elettrificazione. Ovviamente le auto con motore “tradizionale” continuano a essere le più scelte perché sinonimo di sicurezza.
Il motore a combustione interna, infatti, ha raggiunto un livello di efficienza molto elevato, ma un carburante, indipendentemente dalla sua fonte, contiene nella sua formula base carbonio: quando viene bruciato reagisce con l'ossigeno fornendo energia.
Tuttavia, i gas di scarico inquinano l'ambiente e sembra che questo sia più protetto utilizzando veicoli elettrici. Pertanto, elettricità e combustibili fossili sono due fonti energetiche completamente diverse che, confrontando veicoli elettrici e veicoli dotati di tradizionale propulsore endotermico, presentano parametri esaustivi, prestazioni energetiche, capacità di stoccaggio dell'energia e costo dell'energia per chilometro.
Quale motore scegliere?
Se prima benzina, gasolio, GPL e metano erano le favorite, da qualche a questa parte ibride ed elettriche hanno preso piede. Una giungla di scelte e possibilità che, spesso, finiscono per complicare le cose, portando anche l’automobilista più determinato a dirottare l’acquisto sui più tradizionali, ma meno innovativi veicoli alimentati a benzina e a gasolio.
Eppure, grazie anche agli incentivi statali che rendono più appetibili le cosiddette “motorizzazioni green” (soprattutto ibride ed elettriche), gli equilibri di mercato si sono spostati con grande decisione verso queste ultime. Anzi, alcune grande Case hanno già annunciato che presto smetteranno di produrre veicoli a con motore endotermico. Una decisione strategica molto forte, ma comprensibile, dato il divieto di vendita – già annunciato – di tale tipologia di veicoli in diversi Paesi (UK dal 2030, per dirne uno).
Le due parti in “combutta” non sono solo automobilisti e Case produttrici, ma anche le normative imposte dai vari Governi che, per esempio, in questi anni, hanno criminalizzato il motore diesel, portando avanti una vera e propria cruciata (nonostante gli ultimi motori siano pulitissimi).
In ogni caso, indipendentemente dalla validità dei presupposti sulla base dei quali vengono prese le decisioni, i provvedimenti ci sono e a essi ci dobbiamo adeguare.
I listini auto parlano chiaro: sono ricchissimi di modelli elettrici e ibridi (dai mild ai plug-in), lo confermano anche le classifiche di vendita.
Come decidere quale auto comprare? Consigli e suggerimenti
Le scelte dei governi
Senza un vincolo imposto dai legislatori, ovviamente, Case e acquirenti tendono a privilegiare la strada più conveniente. Solo quando le auto elettriche saranno a buon mercato, nella loro produzione per le aziende (molto dipenderà dalle batterie) e nell’acquisto per i clienti finali, risulteranno naturalmente (cioè senza incentivi) appetibili.
Finora, le strade per sostenere la transizione sono state molteplici. Alcuni governi si impegnano ad abbandonare le fonti fossili restringendo la mobilità dei veicoli più inquinanti o limitandone la produzione; altri ancora offrono vantaggiosi sconti sull’acquisto (incentivi) e/o sulle tasse automobilistiche.
Alcuni governi, per raggiungere l’obiettivo di una mobilità sostenibile, hanno decido di vietare la produzione di veicoli benzina e diesel a partire dal 2030 circa.
Tra il 2030 ed il 2040 molti governi – sempre che gli orientamenti non cambino – vieteranno l’acquisto di auto nuove che siano motorizzate solo Diesel o benzina. Questo passo vede schierate nazioni come Canada, Francia, Giappone, il già citato Regno Unito e gli Stati Uniti, ma non la Germania (Paese in cui la lobby dei produttori è ovviamente molto forte). Quest’ultima non ha ancora definito un piano preciso pur avendo aderito alla ZEV Alliance (International Zero-Emission Vehicle Alliance) per l’abbandono delle auto a propulsore termico.
General Motors e Gruppo Ford
General Motors – proprietaria di Buick, Cadillac, Chevrolet e GMC – dichiara che a partire dal 2035 commercializzerà solo auto elettriche. Grazie a 27 miliardi di dollari di investimenti, GM ambisce a offrire 30 modelli completamente elettrici entro il 2035, con già il 40% della gamma a batteria entro la fine del 2025, per poi puntare a diventare completamente green entro il 2040.
L’ecosistema delle auto elettriche e ibride non si ferma certo al propulsore; parte degli investimenti punta a migliorare le attuali infrastrutture di ricarica e a rendere più sostenibile la produzione. È il caso, per esempio, del Gruppo Ford che ha pianificato di utilizzare fonti energetiche rinnovabili e locali per alimentare i suoi stabilimenti entro il 2035 mentre entro il 2030 la Casa dell’ovale blu produrrà veicoli esclusivamente elettrici. I “primi passi” in questa direzione vengono avvalorati da modelli come Mustang Mach-E e i futuri F-150 e Transit completamente elettrici.
Gruppo VW, Mercedes-Benz e BMW
Il Gruppo Volkswagen, di cui fanno parte Audi, Bentley, Lamborghini, Porsche, SEAT e Skoda, seguono una strategia comune. Volkswagen Group, ha annunciato lo stop alla commercializzazione di nuove auto diesel e benzina a partire dal 2026.
Dopo questa data le relative motorizzazioni continueranno a essere prodotte sulle ultime piattaforme dedicate ai motori a combustione. Considerando la vita media di impianti e propulsori, occorrerà aspettare fino al 2035-2040 per vedere l’ultimo modello “non green” uscire dagli stabilimenti.
Già da qualche tempo sul mercato ci sono numerosi modelli 100% elettrici: dalla potente Porsche Taycan alla recentissima Volkswagen ID.3 (classificata come auto più sicura del 2020 e tra i veicoli più venduti in Europa a fine 2020), passando per Volkswagen ID.4 e Skoda Enyaq.
Le altre due grandi aziende tedesche, Mercedes-Benz e BMW, seguono a ruota. Proprio BMW Group ha affermato di voler elettrificare un terzo delle vendite entro il 2025 (50% entro il 2030), partendo da MINI. Il marchio inglese ha infatti annunciato che introdurrà l’ultimo modello con motorizzazione endotermica nel 2025. Inoltre, l’obbiettivo di MINI è quello di far sì che entro il 2027 la metà delle proprie vendite globali sia elettrica.
Il gruppo della stella a tre punte ha invece aderito al recente “Ambition 2039“, un piano di sostenibilità volto a rendere l’intera flotta a zero emissioni di CO2, proprio entro il 2039. Un traguardo importante con obiettivi di medio termine come il 50% di auto vendute ibride plug-in o totalmente elettriche entro il 2030.
Un assaggio di questa strategia sono gli otto modelli Mercedes-EQ 100% elettrici che la Casa tedesca includerà nella gamma entro il 2022 – attualmente troviamo il SUV EQC, il multispazio EQV ed il crossover EQA in uscita quest’anno.
Stellantis e Renault-Nissan-Mitsubishi
Il nuovo gruppo Stellantis, creato dall’unione di FCA e PSA, punta anch’esso sull’elettrico. La parte francese di Stellantis (PSA) ha portato in dote ben sette modelli completamente elettrici tra cui la nuova Citroen e-C4, Peugeot e-2008 e Peugeot e-208.
Degna di nota la controllata DS che, grazie a modelli come la nuova DS3 Crossback e forte dell’esperienza in Formula E (team DS Techeetah), punta a elettrificare tutta la gamma entro il 2025. FCA dal canto suo ci prova con l’immortale Fiat 500 in versione 100% elettrica o le versioni ibride di Fiat Panda e Lancia Ypsilon. Modelli a parte, Stellantis si è posta l’obiettivo di elettrificare il 35% della gamma entro il 2030.
Nonostante le preoccupazioni relative ai costi di questa transizione, annunci come la conversione dell’impianto francese di Trémery alla produzione di motori esclusivamente elettrici confermano i propositi.
Restando in Francia (con un “ponte” verso il Giappone), l’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi è fra quelle che per prima ha creduto nell’elettrico. Se Renault, con il programma Renaulution, ha annunciato che si concentrerà ancor di più sull’elettrificazione della gamma, Nissan e Mitsubishi non possono trascurare il vincolo nazionale dello stop a motori diesel e benzina per il 2035. Nissan prevede di elettrificare tutti i nuovi veicoli entro i primi anni del 2030 mentre Mitsubishi proverà ad elettrificare il 50% della gamma entro tale data.
Gasolio a parte, Renault si è già dimostrata un’ottima concorrente per quanto riguarda il mercato dei BEV, offrendo un’ampia gamma di modelli ibridi o elettrificati al 100%. Tra queste, ZOE, Twizy e Kangoo ZE sono solo alcuni dei 12 modelli elettrificati (otto completamente elettrici) che verranno prodotti a partire dal 2022.
Nissan e Mitsubishi dal canto loro vedono il vincolo nazionale dello stop a motori Diesel e benzina per il 2035. Nissan – proprietaria di Infiniti – prevede di elettrificare tutti i nuovi veicoli entro i primi anni del 2030 mentre Mitsubishi, sicuramente meno all’avanguardia di Nissan, ma forte del successo di Outlander PHEV (versione ibrida plug-in), proverà a elettrificare il 50% della gamma entro tale data. Entrambi i marchi puntano alle zero emissioni, anche per quanto riguarda gli stabilimenti produttivi, entro il 2050.
Toyota, Honda e Hyundai-Kia
Toyota è più pragmatica e indica obiettivi in termini di veicoli venduti. Con oltre 13 miliardi di dollari di investimenti nell’elettrico – anche in tecnologia innovative come le batterie a stato solido – il colosso giapponese punta a vendere 4,5 milioni di auto ibride e almeno un milione di veicoli totalmente elettrici entro il 2030.
Considerando che le vendite si aggirano attualmente intorno ai 10 milioni di veicoli all’anno, stiamo parlando di un’elettrificazione di oltre il 50%, in termini di veicoli immatricolati, entro i prossimi 8 anni.
Honda, in seguito ai limiti sempre più stringenti dell’Unione Europea per quanto riguarda le emissioni di CO2, preme sull’acceleratore: a partire dal 2022 tutta la gamma sarà quantomeno ibrida – precedentemente questo traguardo era pianificato per il 2025. Lo step successivo è quello di fornire due terzi della gamma con propulsione totalmente elettrica o ad idrogeno entro il 2030.
Nel frattempo, l’ibrido continua a svolgere un ruolo importantissimo, considerata la sua convenienza rispetto all’elettrico. Le elettriche pure costano dal 33 al 50% in più rispetto alle auto a combustione interna o ibrida. Per questo Honda è convinta che la tecnologia ibrida sia la chiave più efficace per la transizione verso l’elettrico.
Hyundai, in accordo con le ultime notizie, sospenderà lo sviluppo di nuove motorizzazioni Diesel entro la fine del 2021, anche se ciò non implica l’abbandono immediato di tali propulsori. La casa sudcoreana continuerà a migliorare gli attuali motori a gasolio nonostante ci siano indicazioni sullo stop alla combustione interna per il 2040.
I modelli in sviluppo, come la nuova Ioniq 5, sono un ottimo punto di partenza per i 23 veicoli a batteria – di cui 11 completamente elettrici – che saranno commercializzati entro il 2025.
Kia si adegua al partner (e controllante) sudcoreano e punta all’elettrico con la strategia “Plan S”. Il primo traguardo di questo modello di sviluppo include 11 veicoli elettrici ed elettrificati entro il 2025, di cui un inedito EV pianificato per il 2021. In termini di vendite, questo piano prevede di raggiungere il 25% delle vendite di veicoli “eco-friendly” sempre entro il 2025; questo anche grazie all’adozione di una nuova piattaforma dedicata agli EV.
Volvo
Il brand, 10 anni dopo essere stata acquisita dalla cinese Geely, ha deciso di dire addio alle motorizzazioni Diesel per il 2021; per alcuni mercati, come il Regno Unito, Volvo ha già ritirato alcuni modelli a gasolio. Ben di altro livello l’obiettivo di elettrificare il 100% della gamma entro il 2030 con un traguardo intermedio del 50% entro il 2025.
Attualmente Volvo tocca il 17% come record di vendite globali per quanto riguarda ibride ed elettriche; per il 2021 il traguardo è il 25%. Piani lungimiranti, come quello di introdurre un nuovo modello elettrico ogni anno fino al 2025, a cui si aggiungono sinergie importanti come la costruzione di una nuova fabbrica di batterie in Belgio dedicata all’elettrica XC40 Recharge P8. Quest’ultima, lanciata nel 2020, vedrà affiancarsi il crossover C40 Recharge la cui commercializzazione è prevista per il 2021.
Il mercato: le tendenze dei consumatori
Come specificato all'inizio di questo articolo, uno tra i vincoli più importanti sia per le case automobilistiche sia per i consumatori è il budget: l’elettrico costa, e non poco, l’ibrido è più accessibile.
Il fatto che gli EV stiano scalando le classifiche è supportato da una continua diminuzione dei costi produttivi e dagli incentivi elargiti dai governi. (Qui sotto, le preferenze d’acquisto dei consumatori per il loro prossimo veicolo – tipologia di alimentazione – secondo uno studio di Deloitte Italia).
Possiamo notare come, tra le principali nazioni oggetto dell’indagine, la fiducia sull’ibrido sia notevolmente superiore rispetto all’idea di acquistare un’auto totalmente elettrica. Occorrerà aspettare ancora qualche anno per capire se le Case automobilistiche di tutto il mondo riusciranno a rispettare almeno gli obiettivi di medio termine proposti per il 2030 prima ancora di diventare totalmente impatto zero entro il 2050.
(fonte RED)
Conclusione
Usare motori elettrici ha sicuramente un impatto sull’ambiente minore rispetto ai motori termici, ma la spesa pesa sulle tasche dei contribuenti perché, come abbiamo detto in precedenza, i veicoli elettrici o ibridi costano di più in confronto a diesel o benzina. Se si punta tutto sull’elettrico i problemi sono due:
- Dove smaltire le batterie esauste? Ancora non esiste una procedura per questa evenienza;
- Tra i combustibili solidi il carbone è il più utilizzato al mondo nella produzione di energia elettrica. La combustione del carbone libera, dunque, l'energia del sole immagazzinata dalle piante con la fotosintesi milioni di anni fa: per questo, è un prezioso contenitore di energia solare "fossile".
Siamo sicuri che la strada giusta sia l’elettrico? I motori a idrogeno potrebbero essere la soluzione a tutto dato che oltre a essere a minor impatto ambientale, si ovvia la problematica dello smaltimento di batterie?